quarta-feira, 2 de setembro de 2009

Card. Castrillón: algunos sacerdotes se asemejan a mediocres artistas televisívos

Traducción al español de Secretum Meum Mihi de un aparte de una entrevista hecha por Bruno Volpe al Presidente emérito de la Pontificia Comisión «Ecclesia Dei», Card. Darío Castrillón Hoyos, para el sitio Pontifex.

[Pontifex:] Pasemos a aspectos típicamente litúrgicos, visto y considerando que hemos hablado de sacerdotes. Muchas veces se habla de la Santa Misa como de fiesta o banquete, ¿está de acuerdo?

[Card. Darío Castrillón:] Bien, la Misa es también una fiesta, pero no en el sentido pagano en que se cree. Primero está, pero muy primero está, el concepto de sacrificio incruento de Cristo y una vez comprendido que la Misa es sacrificio, don y misterio, se puede hablar de fiesta. Pero limitarse a la fiesta es casi un aspecto protestante,superficial.

[Pontifex:] Según algunos autores y liturgistas habría perdido el sentido de lo sagrado...

[Card. Darío Castrillón:] Es cierto y estoy de acuerdo, ha perdido el sentido de lo sagrado. En el sentido de respeto de adoración, del silencio, de la veneración. Es por eso por lo cual la Misa debe recuperar más este aspecto de sacralidad.

[Pontifex:] En algunas iglesias, especialemente de estilo moderno, el Tabernáculo está puesto en segunda posición, casi en un rincón, como si el dueño de casa fuese un fastidio...

[Card. Darío Castrillón:] Sobre este punto Yo sería cauto. Creo ciertamente que la posición más correcta del Tabernáculo, propia para favorecer la adoración, es la central, colocado en el altar principal. Esto está bien en las iglesias pequeñas y especialmente de las pequeñas ciudades. El discurso es un poco diferente cuando pensamos en las grandes catedrales o ciudades de arte donde las iglesias son visitadas más por motivos turísticos que de fe, e incluso por no católicos, pienso en San Pedro en Roma. En esos casos, poner el Santísimo en una capilla lateral no es malo, siempre que la capilla sea un lugar digno y adecuado de quien hospeda.

[Pontifex:] Llegamos a los abusos litúrgicos durante la Misa...

[Card. Darío Castrillón:] Se podría hacer un mostrario, pero aquí no quiero polemizar ni establecer comparaciones mucho menos. Me limito a decir que nadie es dueño de la Santa Liturgia de la Iglesia y que hay dos cosas que dañan el sentido de lo sagrado, las invenciones teológicamente inverosímiles de algunos sacerdotes y los cambios arbitrarios en los textos. Se meten en la cabeza que nadie es dueño de la liturgia, ni siquiera el sacerdote. Desagradablemente hoy algunos sacerdotes, por la manía del protagonismo, se asemejan a mediocres artistas televisívos.

[Pontifex:] ¿Qué piensa usted de la celebración hacia el Oriente?

[Card. Darío Castrillón:] Repito, no quiero hacer polémica. Pero pienso en este punto como el Papa. El sacerdote es el mediador entre los fieles y Cristo, no es el protagonista, pero actua en la persona de Cristo y con humildad se vuelve levantando sus manos. Así que si se vuelve a Cristo, la posición más lógica y natural, y yo diría teológicamente correcta, es hacia el Oriente por un motivo geográfico, sino porque el Oriente representa al Sol, o Cristo. Esto para algunas partes de la liturgia como de la oración. Si bien las lecturas y la explicación realtiva no tienen ninguna necesidad de colocarse hacia Oriente y pueden bien ser hechas de frente a los fieles.

fonte: Secretum Meum Mihi

Original en Italiano: Pontifex:

La liturgia è una cosa seria, nessuno può improvvisare cose di mal gusto. Triste vedere sacerdoti come mediocri animatori televisivi. Meglio celebrare le preghiere verso oriente e le letture rivolti al popolo. Si è perso il senso del peccato

Lunedì 31 Agosto 2009 00:00

Da poco si è conclusa a Barletta la sessantesima settimana liturgica dal titolo Celebriamo la misericordia di Dio, dedicata prevalentemente al sacramento della Penitenza. Inutile dire che il dibattito ha centrato anche la liturgia in genere. Ne abbiamo discusso con il Cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, Presidente Emerito della Pontificia Commissione Eclesia Dei,autentico gentiluomo ed esperto di liturgia. Eminenza, nel corso del dibattito di Barletta, è emerso un dato per altro già conosciuto. Ovvero,la confessione sacramentale vive un periodo di scarsa fortuna, a che cosa si deve?: “ la verità è che oggi è spesso sparito o comunque si è attenuato fortemente, il senso del peccato. La gente non sa riconoscere o non vuole, i peccati veniali da quelli mortali, non ha questo criterio e talvolta se ne costruisce di suoi. Questo,per altro lato, svilisce il senso di colpa e ...

... il rispetto della Legge di Dio, ovvero dei Comandamenti”. Solo responsabilità dei fedeli?: “ nella maggior parte dei casi direi di sì, ma è triste e penoso riconoscere che qualche volta le responsabilità stanno anche tra i sacerdoti, che denotano una scarsa disponibilità al sacrificio e alcune volte rappresentano le condotte peccaminose in modo soft, dunque facendo quasi credere che certe cose siano naturali o normali”. Passiamo ad aspetti tipicamente liturgici, visto e considerato che abbiamo parlato di sacerdoti. Molte volte si parla della Santa Messa come di festa o banchetto,condivide?: “ dunque, la messa è anche una festa, ma non nel senso pagano in cui si crede. Viene prima,ma molto prima, il concetto di sacrificio incruento di Cristo e una volta compreso che la Messa è sacrificio,dono e mistero, si può parlare di festa. Ma limitarsi alla festa è quasi un aspetto protestante,superficiale”. Secondo alcuni autori e liturgisti sarebbe venuto meno il senso del sacro: “ vero e condivido, è venuto meno il senso del sacro. Nel senso di rispetto di adorazione, silenzio, venerazione. Ecco, perché la Messa deve recuperare al più preso questo aspetto di sacralità”. In alcune chiese,specie di stile moderno, il Tabernacolo è finito in seconda posizione, quasi in un cantuccio,come se il padrone di casa desse fastidio: “ su questo punto io andrei cauto. Credo certamente che la posizione più corretta del Tabernacolo,proprio per favorire l’adorazione, sia centrale, ovvero collocato nell’altare principale. Questo va benissimo in Chiese piccole e specialmente di modesti centri. Il discorso si fa un poco diverso quando pensiamo a cattedrali grandi o città di arte dove le chiese vengono visitate più per motivi turistici che di fede e anche da non cattolici,penso a San Pietro a Roma. In quei casi mettere il Santissimo in una cappella laterale non è male, a condizione che quella cappella sia un luogo consono e degno a quello che ospita”. Veniamo agli abusi liturgici durante le messe: “ si potrebbe fare un campionario,ma io qui non voglio polemizzare e tanto meno stilare paragoni. Mi limito a dire che nessuno è padrone della santa liturgia della Chiesa e ci sono due cose che fanno male al senso del sacro, cioè le invenzioni teologicamente campate in aria di alcuni preti e le arbitrarie modifiche ai testi. Si mettano in testa che nessuno è padrone della liturgia,neppure il sacerdote. Spiacevolmente oggi alcuni sacerdoti,per mania di protagonismo, rassomigliano a mediocri intrattenitori televisivi”. Che cosa pensa delle celebrazione verso oriente?: “ lo ripeto,non voglio fare polemiche. Ma io la penso come il Papa su questo punto. Il sacerdote è mediatore tra i fedeli e Cristo, non è protagonista,ma attua nella persona di Cristo e a lui umilmente si rivolge alzando le mani. Dunque se si rivolge a Cristo,la posizione più logica e naturale e direi teologicamente corretta, è verso Oriente non per un motivo geografico,ma perché oriente rappresenta il Sole, ovvero Cristo. Questo per alcune parti della liturgia come per le preghiere. Mentre le letture e la relativa spiegazione non hanno alcuna necessità di collocazione ad oriente e possono benissimo essere fatte di volto ai fedeli”.

Bruno Volpe

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